La perfezione non è di questo mondo
Daniela Mattalia
TRAMA
Torino, tra le Molinette e il Valentino.
Adriano, professore ottantaduenne che ha appena perso la moglie, ha un segreto di cui si vergogna un po’: da quando Giulietta non c’è più, continua a vederla tra le corsie delle Molinette, anche se sa che non può essere vero. O forse sì?
A soccorrerlo dal dubbio di essere sull’orlo della pazzia intervengono uno stravagante tassista, per il quale è normalissimo che i morti rimangano accanto ai loro cari, e altre tre persone che incrociano la sua strada: Gemma, libraia trentenne che nel fine settimana fa la volontaria al Filo d’Argento, un call center per anziani; Olga, un’arzilla zitella ricoverata con una gamba rotta; e Fausto, giovane grafico precario fidanzato a una ragazza della Torino bene e padrone di Archibald, bracco con il vizio di darsi alla macchia proprio nel parco dove Gemma fa jogging.
Le vite di questi quattro personaggi si intrecciano, come in una danza, tra il parco e l’ospedale, dove si aggirano altre inafferrabili presenze. Perché chi l’ha detto che morendo si deve per forza andare nell’aldilà, in un paradiso perfetto, algido e lontano? Non è forse più consolante – e infinitamente più divertente – immaginare di poter restare nell’aldiquà, invisibili a tutti tranne a chi ci vorrà vedere, fantasmi della porta accanto con le piccole fissazioni e manie di sempre, con le nostre stupende imperfezioni?
Un folgorante romanzo d’esordio, che arriva dritto al cuore. Una commedia fresca e delicata, che si rivolge a tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno sofferto per una perdita e che, con la sua dolcezza, aiuta a rendere più bello e abitabile il nostro fragile mondo imperfetto.
RECENSIONE
Quattro personaggi e quattro vite, quattro storie personali che si intrecciano e finiscono per entrare l’una in quella dell’altro.
C’è Adriano, professore di Filosofia teoretica in pensione, che torna spesso alle Molinette, perché là riesce ancora a vedere la moglie, morta pochi mesi prima, che sembra volergli comunicare un messaggio.
Poi Olga, anziana “zitella”, come ama definirsi lei, ancora autonoma ma un po’ sola. Per questo Olga chiama ogni settimana un’associazione di volontari che ascoltano i bisogni e, spesso, anche solo le chiacchiere dei loro interlocutori della terza età. E proprio durante una telefonata conosce Gemma, libraia ventinovenne e single, altrettanto sola con i propri sogni di un amore che non ha mai incontrato…fino a quando nel parco del Valentino viene assalita da un bracco italiano fuori controllo, Archibald e incontra il suo padrone, Fausto. Quest’ultimo, disegnatore free lance insicuro delle proprie possibilità, resta colpito da Gemma, ma è fidanzato con la bellissima e viziata Susanna. Forse a Fausto servono i consigli di una persona matura, che ha saputo cavarsela nella vita, un po’ come Adriano, conosciuto per caso al parco.
A questi quattro personaggi principali si aggiungono più persone, reali o ormai “fantasma”: un taxista loquace e ficcanaso, ma buono e generoso; l’amica-vicina di casa di Olga, Delia, pronta a stare accanto all’amica in momenti difficili; l’immatura ma divertente madre di Gemma, Gloria.
Leggendo La perfezione non è di questo mondo di Daniela Mattalia hai – sin da subito – questa sensazione: i quattro personaggi principali diventano nell’immediato familiari, ogni lettore può ritrovarsi in Adriano, Olga, Gemma e Fausto e le loro vite diventano le nostre vite, i nostri pensieri, le nostre abitudini e le nostre paure.
Giusto il pensiero di Lorenzo Marone nella striscia che accompagna il libro: i personaggi della storia diventano presto nostri amici, perché umani, veri, vicini, e donano all’opera un pregio importante, “si fa leggere”.
E’ un romanzo tenero e delicato, ma mai stucchevole: tutti e quattro i personaggi si confrontano con il destino che ribalta continuamente le carte e crea incontri inattesi, o forse previsti appunto da qualche ordine superiore. Ne La perfezione non è di questo mondo i principali aspetti della vita si susseguono e mostrano come personaggi imperfetti, umanissimi, affrontano giorno per giorno le sfide, le vittorie e le sconfitte. Così, amore, vita e morte, nostalgia, malattia, invecchiamento, crisi economica, difficoltà a delineare la propria identità, dubbi sul futuro si avvicendano e si dividono tra i vari personaggi, portatori di personalità estremamente diverse ma, in qualche modo, compatibili.
Nel romanzo la vita di un personaggio alla fine si intreccia con quella di un altro, come spesso accade nella realtà: persone che non si conoscono si incontrano, si scelgono, si amano o semplicemente imparano a conoscersi e a crescere. E non è detto che la vita si interrompa necessariamente con la morte, come suggeriscono le apparizioni e le interazioni tra alcuni “fantasmi” ancora in attesa del trapasso definitivo dalle Molinette all’aldilà.
Si sa, la perfezione non è possibile nella vita di tutti i giorni, ci sono però molti momenti in cui si lascia intravedere…
Autore: Daniela Mattalia
Editore: Feltrinelli
Collana: I Narratori
Pagine: 176
Genere: Narrativa
ETA’ DI LETTURA CONSIGLIATA: 18+
CITAZIONI
“e adesso, che si fa?” chiese.
“Adesso si va.”
“Sì, ma dove?”
“Io torno alle Molinette. Tu puoi andare oltre, o venire con me.”
“Ma senti: di là com’è? Cosa c’è?”
“A dirti la verità, mia cara, non ne so granché. Non ci sono ancora stato, rimando sempre.”
“Lo faccia. Non stia lì a titubare.”
Fausto sorrise. Titubare. Che verbo singolare: io titubo, tu titubi. Io, rifletté, titubo un sacco, ogni giorno. Per cose importanti (la nuova casa con Susanna) o banali (compro il caffè al supermercato o in torrefazione, che è più buono ma costa di più?).
“Mamma?” “Miciola. Stai male?”
“Oh mamma.”
Ci sono poche cose che, nella vita, funzionano come un caminetto acceso quando si ha freddo. Una di queste, pensò Gemma, è la voce della propria madre alle due di notte, l’unica persona al mondo che non solo non ti manda al diavolo ma un secondo dopo che l’hai chiamata è del tutto sveglia e lucida, pronta ad ascoltarti. Meglio di un medico che fa il turno di notte.
Paola Sperti