#21 LA PIAZZA DEI BOOKLOVERS

LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Roald Dahl

 

TRAMA

Willy Wonka, proprietario della più grande fabbrica di cioccolato del mondo, uomo misantropo e assai strano, bandisce un concorso: i cinque fortunati che troveranno un biglietto d’oro nelle deliziose tavolette da lui prodotte avranno l’onore di visitare la sua famosa fabbrica di delizie, da tempo chiusa a tutti o, almeno, la cui attività si svolge nel segreto più assoluto. Comincia la caccia ai biglietti. Chi ha meno probabilità di trovarli è Charlie Bucket, un bambino che vive in una poverissima casa con i genitori e i quattro nonni e che può ricevere, in dono, una sola tavoletta nel giorno del suo compleanno. Purtroppo non c’è il biglietto d’oro nella cioccolata regalata fortunata, ma il destino gli riserba un’altra possibilità e Charlie trova il biglietto d’oro ed è quindi il quinto vincitore insieme a Augustus Gloop, divoratore di dolci, Violetta Beauregarde, campionessa mondiale di gomma da masticare, Veruca Salt, bimba ricchissima e molto viziata, Mike Tivu, teledipendente. Charlie intraprende il giro della fabbrica accompagnato da nonno Joe, assai anziano ma altrettanto arzillo. Durante il cammino si comprende la vera intenzione di Willy Wonka che, solo al mondo, cerca un erede dei propri beni. Il giro nella fabbrica, mirabolante e spassoso, è accompagnato dalla presenza di strani operai: gli Umpa – Lumpa, piccoli uomini venuti dalla giungla di Lumpalandia che nessuno sa dove si trovi. Questi curiosi operai, che vivono di chicchi di cacao, accompagneranno i bambini nel proprio percorso, intonando canzoni che sono un misto tra la presa in giro e la ramanzina che merita chi ha troppe pretese. Il viaggio di Charlie termina in maniera per lui inaspettata…

 

RECENSIONE

Quando si dice un gran libro! La fabbrica di cioccolato è fra i più famosi libri per ragazzi scritti da Roald Dahl. Il racconto è ispirato alla giovinezza di Dahl: quando frequentava la Repton School, la famosa ditta produttrice di cioccolato, Cadbury, spediva ai collegiali delle scatole piene di nuovi tipi di dolci e un foglietto per votare. I dolci selezionati venivano quindi immessi nel mercato.

Da questa storia sono stati tratti tre film: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart, La fabbrica di cioccolato di Tim Burton e il lungometraggio animato Tom & Jerry: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Ma leggere il libro è tutta un’altra storia!

La fabbrica di cioccolato puoi leggerlo da bambino e da adulto, ma rimane sempre un libro geniale per la sua trama, per i personaggi, per la passione per la scrittura che in ogni pagina si riesce a cogliere.

Lo scrittore Dahl, grazie alla sua ironia, è riuscito, infatti, a creare una storia incredibile per bambini, ma anche per tutti gli appassionati del cioccolato. Oltre a mostrare una realtà fantastica, ha voluto sottolineare quanto sia importante non essere viziati ed accontentarsi di quello che si è o che si ha, perché la bontà, l’umiltà e la generosità, a volte, vengono premiati.

E’ certamente un racconto di fantasia, ma allegramente, burlescamente oserei dire, induce il lettore a riflettere su alcuni problemi della realtà contemporanea tipo il troppo accanimento ai videogame o alla televisione, o l’essere viziati e non ascoltare i propri genitori.

 

 

Autrice: Roald Dahl

Editore: Salani

Collana: Istrici d’oro

Anno di pubblicazione: 2005

Pagine: 202 p., Brossura 

Genere:  Narrativa italiana

ETA’ DI LETTURA CONSIGLIATA: 9+

 

CITAZIONI

“Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero avevano a mala pena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora”.

“Veruca: Io sono Veruca Salt, è un piacere conoscerla, signore!
Willy Wonka: Ho sempre pensato che la verruca fosse un tipo di porro che viene sotto i piedi!”

“Willy Wonka: Cosa ti fa sentire meglio quando ti senti a pezzi?
Charlie: La mia famiglia”

 

P.

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