LA CULTURA E’ COME LA MARMELLATA
Marina Valensise
“La cultura è come la marmellata. Promuovere il patrimonio italiano con le imprese”
Cosa ha a che fare la cultura con la marmellata ? E con un’ esuberante e brillante Italiana a Parigi ? E poi con l’Istituto Italiano di cultura ospitato presso lo storico ed eterno Hotel de Galliffet da ristrutturare con carenza di risorse ? E con dei simpatici e lungimiranti imprenditori Italiani con una tenacia di ferro ?
TRAMA
«La cultura è come la marmellata: meno ne hai, più la spalmi». Marina Valensise parte da questo slogan, apparso sui muri della Sorbona nel maggio ’68, per illustrare uno dei paradossi italiani: il paese con il patrimonio più ricco del mondo è incapace di valorizzarlo, mentre altri prosperano su fortune molto meno cospicue. Fin dal titolo, il suo libro ha il sapore di una provocazione, ma è frutto di un’esperienza concreta. Tra il 2012 e il 2016, infatti, l’autrice ha diretto l’Istituto italiano di cultura a Parigi ed è riuscita a rinnovarne la sede, a moltiplicare il numero dei suoi frequentatori e a raddoppiare le entrate proprie rispetto alla dotazione statale. Il segreto? La virtuosa contaminazione e la potente sinergia tra pubblico e privato a favore del patrimonio, che Marina Valensise ripercorre in queste pagine proponendole come modello di valorizzazione partecipata. La differenza di impostazione non è banale e sta in un concetto apparentemente semplice: la capacità di evolversi, abbandonando un ruolo passivo per una funzione più innovativa, che vada oltre quella di semplice cinghia di trasmissione del sapere dato, per produrre cultura in nome di un’idea più dinamica dell’interesse generale. La lievità del racconto, ricco di aneddoti gustosi e frutto di mille incontri con personalità che nei più vari settori – dal design alla cucina, dall’architettura alla musica – danno lustro all’Italia nel mondo, si unisce al monito a tornare protagonisti in nome della cultura sul piano internazionale, offrendo un decalogo di semplici regole per applicare questo modello alla realtà quotidiana delle istituzioni e delle imprese.
RECENSIONE
Marina Valensise ( giornalista Italiana che dal 2012 al 2016 ha diretto l’Istituto Italiano di cultura di Parigi, collabora dal 1996 con “Il Foglio” e vari settimanali) in questo libro con un linguaggio semplice e un tono in parte ironico, comico e allo stesso tempo intrigante ripercorre i suoi quattro anni vissuti come Direttrice dell’istituto Italiano di cultura a Parigi. Dall’arrivo quasi tragicomico all’ingresso dell’Hotel de Galliffet edificio storico, eterno di una Parigi pre-rivoluzione francese e sopravvissuto con tutta la sua imponenza anche a due Guerre Mondiali, in una mattina d’estate in una metropoli dall’aria tropicale “in cui l’asfalto arrendevole come gomma liquida cede ai tacchi”, all’incontro scontro all’interno dell’edificio con la polvere che avvolge suppellettili e immobili dell’edificio, dove vecchi fogli sparsi su scrivanie e computer non di propria ultima generazione accolgono chi fa il suo ingresso per la prima volta, insieme a una buffa segretaria con occhiali spessi, fino al rilancio e allo splendore dell’Istituto di cultura (che durante la direzione Valensise ha aumentato le sue visite da parte del pubblico e il numero della frequenza ai vari corsi organizzati), con tanta voglia di fare e caparbietà e la collaborazione di tanti personaggi dell’imprenditoria italiana. Da Carlo Molteni a Massimo Bottura da Mariano Nanni a Mario Fortuny sino a a Gianfranco Vissani e tanti altri Italiani giovani e meno giovani, sognatori, folli, come la Valensise che hanno riportato in vita l’Istituto Italiano di cultura a Parigi con poche risorse, ma grandi idee, in un periodo storico in cui la crisi economica in Italia era forte e lo è ancora oggi soprattutto in campo imprenditoriale e culturale. Sognatori e folli come quei ragazzi del 1968 che sui muri della Sorbona scrissero in un giorno di maggio la frase “ La culture est comme la confiture, moins on en a, plus on l’étale” – (La cultura è come la marmellata, meno ne hai, più la spalmi), metafora pare ispirata alla scrittrice Francoise Sagan per denunciare idee vecchie, rinnovare l’accademia e tornare alla cultura vera e ripresa dalla Valensise come titolo del suo libro, per raccontare la sua esperienza alla guida dell’Istituto Italiano di cultura a Parigi. Un libro che consiglio di leggere perché sin dalle prime pagine trasmette al lettore il come l’amore per la cultura è più forte di tutto , che laddove lo Stato non riesca garantire risorse per la cultura, queste si possono reperire ugualmente grazie alla sinergia con i privati e come a volte i miracoli si possono realizzare perchè l’Italia è il Paese dove “la cultura è dappertutto”, e i suoi 90 Istituti di cultura nel mondo lo dimostrano.
Autore: Marina Valensise
Editore: Marsilio
Collana: Nodi
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 142
Genere: Saggistica
ETA’ DI LETTURA CONSIGLIATA: 15+