#37 LA PIAZZA DEI BOOKLOVERS

Marco Felder

TUTTA QUELLA BRAVA GENTE

TRAMA

Per un poliziotto siciliano da troppi anni a Roma, desideroso solo di tornare a casa, non c’è niente di peggio dell’attendere un trasferimento che non arriva. Anzi, una cosa c’è: un trasferimento punitivo con decorrenza immediata. A Bolzano.Tanino Barcellona avrebbe fatto meglio a non inimicarsi certi superiori. Adesso che è in esilio tra le montagne, circondato da gente che parla tedesco, con la colonnina di mercurio inchiodata allo zero, non ha nemmeno il tempo di pentirsi degli errori commessi. Un assassino è all’opera: soffoca le sue vittime e non lascia traccia. Il caso è da prima pagina, l’inchiesta delicatissima. E Tanino è costretto ad affiancare nell’indagine Karl Rottensteiner, un veterano della Mobile che assomiglia a Serpico. I due formano una coppia esplosiva: tanto è schietto, impulsivo coi guastafeste e galante con le donne il siciliano, quanto è laconico, indecifrabile e tormentato il collega. Se poi ci si mette Giulia Tinebra, agente scelto dai capelli rossi con la passione per le moto di grossa cilindrata, allora i fuochi d’artificio sono assicurati. Tra vecchie birrerie, strade ghiacciate e baite nel fitto dei boschi, i poliziotti dovranno risolvere un mistero che affonda nel passato – ancora aperto – di una terra contesa, dove le guerre, i vessilli del nazionalismo e il boato del tritolo non sono mai stati dimenticati. Qui le ferite non si rimarginano, qui i cuori covano odi antichi. Alternando i toni della commedia alla durezza del noir, Tutta quella brava gente riapre una delle pagine più controverse della storia d’Italia e racconta dal bordo di un confine gli incubi collettivi di ieri e di oggi.

 

RECENSIONE

Marco Felder, pseudonimo del duo letterario JADEL ANDREETTO E GUGLIELMO PISPISA, sorprende positivamente con questo primo romanzo edito. L’autore sta scrivendo una nuova pagina della letteratura italiana contemporanea e, date queste premesse, si può ben sperare per il futuro di questo nuovo genere. Infatti, il testo è un mix studiato e cesellato di storia locale e nazionale basato su fondamenta di letteratura giallo-poliziesca, e con alcuni tratti noir. Il duo protagonista del romanzo riesce ad appassionare il lettore fin dalle prime battute ed è probabilmente l’elemento portante del testo che lascia col fiato sospeso fino alle battute conclusive.
Le origini così diverse, e per certi versi agli antipodi, di Karl e Tanino sono il secondo elemento portante della trama, perché grazie a questo espediente culturale, il lettore comprende, pagina dopo pagina, l’importanza e le caratteristiche di un pezzo di storia italiana, come l’irredentismo del Sudtirolo, che in parecchi hanno scordato o non conoscono. Il terzo, ma non l’ultimo, elemento portante del testo è probabilmente l’aspetto psicologico e personale della vita di Karl, poliziotto sui generis dal passato nebuloso e con un presente a tinte chiare e scure. Il racconto della sua vita all’interno del libro è esso stesso una parte portante del romanzo.
Infine, l’ambientazione della storia è stata una scelta formidabile perché pensare a Bolzano come a una città di omicidi e di segreti, con forti connotazioni noir è quasi impensabile. Marco Felder, invece è riuscito a stravolgere l’immaginario collettivo, descrivendo simultaneamente una città piena di vita, di festa, di malavita e di assassini.

Non vi resta che leggerlo!

Autore: Marco Felder

Editore: Rizzoli

Pagine: 384

Anno di prima pubblicazione: 2019

Genere: Narrativa Thriller

Età lettura consigliata: 18 +

CITAZIONI

“Mentre guida tra le stradine di campagna attorno all’aeroporto, la radio sintonizzata su una stazione folk, Werner Meinl bestemmia tra sé perché il buio non è più quello di una volta. La zona artigianale deborda, la fiera, le concessionarie d’auto e i supermercati si espandono come una palude luminosa, da quando gli aerei più grossi solcano il cielo, anche il silenzio è meno silenzio. Fino a poco tempo prima, da quelle parti non c’era nulla, solo una scalcagnata pizzeria e il bar del maneggio e anche quelli erano già troppo. Troppo traffico. Troppa gente. Italiani.” 

“La voce è inequivocabile e quando Angelica Guidi si muove ed esce dal cono d’ombra, Tanino finge di non essere sorpreso. “La ringrazio dottoressa”.

“- Mi dicono pure che non ha chiesto lei il trasferimento qui, però. Anzi: che voleva andare da tutt’altra parte. –  Evidentemente non c’era disponibilità… – Disponibilità un corno, Barcellona. Lei sta qua per il dispetto di qualcuno che l’ha voluta punire. Qualcuno che ne aveva il potere. Il che può significare che questo sue ex superiore è vendicativo e prepotente, o che lei se l’è meritato, oppure entrambe le cose.” 

“Karl si passa la lingua tra i denti e gli scocca un’occhiata che Barcellona non riesce del tutto a decifrare. Martell solleva la mano sana, la voce è sul punto di spegnersi da un momento all’altro. Fa un accenno di sorriso. “Si niente di mistico. Pensare tra sé…È un po’ come parlare con un morto.”

“Le strade di Gries sono deserte, l’asfalto umido di via Segantin è pelle d’anguilla. Gli alberi attorno al Tennis Club sono scheletri neri irradiati dal bagliore aranciato dei vecchi lampioni, l’edera resiste aggrappata con ostinazione ai muri delle case. L’intero quartiere sembra addormentato e la villetta non è da meno. Le luci si sono spente alle dieci e mezzo. Il parabrezza della vecchia Volvo è tempestato di gocce. La quinta notte di appostamento tocca a loro.”

“Si sente ridicolo, ma Giulia ha ragione. Infila i sacchetti ai piedi, li annoda. Per il sinistro, che è un po’ meno grande, ha recuperato un elastico da qualche parte nel cruscotto, assieme a una torcia che dà alla Tinebra, lui userà quella del cellulare. Galantuomo, prima di tutto. Premuroso ed elegante. Suo nonno sarebbe fiero di lui, nonostante i sacchetti ai piedi.”

Bear Krustowsky

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