Luigi Garlando
PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI
TRAMA
Il romanzo racconta la storia di Giovanni, un bambino che vive a Palermo. Nella scuola di Giovanni, c’è un bambino di nome Toni che si comporta in modo prepotente e tutti i compagni hanno paura di lui per cui lo accontentano nelle sue minacciose richieste. Giovanni racconta al padre di questi comportamenti e l’uomo decide di spiegare al figlio cosa sia la prepotenza, la paura, la mafia e come la si può combattere fin da bambini. Per questo motivo pensa di fargli un regalo di compleanno speciale e padre e figlio percorrono le strade di Palermo e dintorni, visitando alcuni luoghi importanti per un uomo che ha combattuto la mafia: Giovanni Falcone. Fin da piccolo Giovanni proteggeva i suoi compagni di scuola dai prepotenti. Ha continuato a farlo da grande diventando prima avvocato, poi magistrato nelle Procure di Trapani, Palermo e Roma. Nel suo lavoro Giovanni Falcone ha cercato di assicurare alla giustizia i mafiosi e insegnare ai giovani la cultura del rispetto reciproco e il valore delle “leggi giuste”. Il 23 maggio 1992 sono accaduti due eventi gravi causati dagli uomini di mafia: Giovanni Falcone, la moglie e la scorta sono stati uccisi da un gruppo di mafiosi e la nascita del piccolo Giovanni, protagonista di questo libro. Il padre del bambino è stato vittima della mafia, perché costretto a pagare il pizzo per poter gestire un negozio. Ma, grazie all’esempio di Giovanni Falcone, è riuscito a ribellarsi. Per questo motivo ha chiamato il figlio Giovanni.
RECENZIONE
Per celebrare la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza avrei potuto scegliere tanti libri, ma oggi voglio consigliare a piccoli e grandi una storia per riflettere e per infondere coraggio e speranza. Il 20 novembre di ogni anno, infatti, ricordiamo l’emanazione nel 1989 della Convenzione dei Diritti dei bambini e delle bambine di tutto il mondo e in essa è contemplato il diritto di ogni fanciullo e fanciulla a potersi sviluppare e crescere in maniera sana, a ricevere affetto, istruzione, educazione all’amicizia e alla tolleranza, a poter interagire con altre persone in una società consapevole e pronta a guidarli, per distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Al riguardo ritengo questo libro di grande impatto educativo, un regalo per una crescita consapevole di lettori e lettrici, un dono – il racconto della vita e dell’esempio di Giovanni Falcone – di un padre ad un figlio. Il romanzo può servire per spiegare ai bambini e alle bambine cos’è e dove si annida la mafia, perché un atteggiamento mafioso non è riconoscibile solo negli attentati, nel pizzo, negli omicidi, ma anche laddove ci sono comportamenti e parole tendenti ad affermare la propria idea ed il proprio potere senza considerare l’altro. La mafia c’è dove ci sono angherie, prepotenze e offese ingiuste.
Giovanni riceve davvero un regalo bellissimo per il suo decimo compleanno, un’importante lezione di vita che lo renderà più forte, coraggioso e giusto. Perché la mafia si diffonde dove mancano il coraggio e l’onesta e si annidano omertà ed intimidazione.
Autore: Luigi Garlando
Editore: Rizzoli
Pagine: 159
Anno di prima pubblicazione: 2004
Genere: Romanzo
Età lettura consigliata: 10+
CITAZIONI
“Quando la pianta è ancora piccola è più facile raddrizzarla. Più cresce storta, più sarà difficile farlo dopo. Anche da piccoli si può combattere contro il mostro. Abituarsi alle prepotenze, scambiarle per leggi giuste, è già un modo di perdere la guerra. Difendere le proprie figurine è già un modo per vincerla.”
“Le parole possono ferire più dei proiettili, e se ne possono sparare anche più di seicento al minuto. La lingua non va ricaricata, è anche meglio di un kalashnikov.”
“La mafia è la “miseria” di chi crede che vale solo la legge del “prepotente”.