IO POSSO. DUE DONNE SOLE CONTRO LA MAFIA
Pif e Marco Lillo
TRAMA
1990, Parco della Favorita, Palermo. Due donne, le sorelle Piliu, finiscono al centro di una tenaglia terribile: da una parte c’è la mafia, dall’altra lo Stato. La mafia le perseguita, lo Stato non le considera vittime.
La vicenda narrata riporta a galla una di quelle storie che accadono spesso ma che si tende a nascondere per paura di ritorsioni nei confronti di se stessi e dei propri cari. Quando, all’inizio della storia, alle due donne viene detto che quella che hanno considerato giustamente la loro casa di proprietà in realtà non gli appartiene più, queste decidono di ribellarsi. Per questo la stessa palazzina subisce gravi danneggiamenti negli anni seguenti per permettere la costruzione di un’altra struttura, perdendo il suo valore iniziale.
Rivolgersi al Tribunale ha consentito a Savina e Maria Rosa Piliu – dopo 30 anni – di vedersi riconosciute le proprie ragioni, ma la beffa è arrivata in seguito, giacché, sebbene sia stato riconosciuto loro un risarcimento per i danni subiti, non riceveranno mai quella somma perché il costruttore, nel frattempo, è stato condannato per reati di stampo mafiosi e lo Stato gli ha sequestrato tutto. Le ingiustizie purtroppo non finiscono qui, l’Agenzia dell’Entrate, infatti, ha chiesto alle sorelle Piliu, il 3% di quella somma che non riceveranno mai.
RECENSIONE
Nel mese in cui – il 23 maggio – ricorderemo i 30 anni dalla Strage di Capaci, vi voglio parlare di un libro che è uscito un anno fa ma che è attualissimo, un libro sul coraggio, sulla lotta contro l’ingiustizia e l’illegalità, sulla forza di due donne.
La storia delle due sorelle di Palermo racconta di una vicenda come certamente ne sono accadute molte nel nostro Paese, che però due autori come Pif e Marco Lillo, da sempre attenti alle problematiche sociali, hanno deciso di trasformare in un libro che possa divenire un messaggio per coloro che devono gestire condizioni di questo genere, soprattutto a livello istituzionale.
Pif e Marco Lillo, infatti, con un linguaggio volutamente semplice e concreto intrecciano la loro esperienza personale ed emotiva per raggiungere quell’angolo d’Italia dove si è consumato questo abuso a scapito della famiglia Pilliu nel corso degli anni: Palermo, Parco della Favorita. Ebbene, le sorelle Pilliu, che avrebbero ardentemente desiderato fare solo le commercianti di prodotti sardi, loro malgrado, intrecciano le loro esistenze con i vari Lo Sicco, Spatola, Provenzano, l’acme malavitosa di una Palermo circonfusa dagli affari di Cosa Nostra. Come se non bastasse incontreranno anche Paolo Borsellino, eroe nazionale.
Si tratta di un libro scritto a cuore aperto da un giornalista ed un videomaker che, un po’ per caso e un po’ per possibilità, hanno avuto l’onere e l’onore di far emergere l’ingiustizia perpetrata dalla mafia e poi dallo Stato a scapito di due cittadine oneste che, senza altri mezzi, non avrebbero potuto rendere manifesta la loro assurda vicenda.
Il libro ci fa riflettere su cosa avremmo fatto noi al posto delle sorelle Piliu, avremmo avuto lo stesso coraggio? Avremmo facilmente capito da che parte stare? E poi ci sprona a cambiare il finale della storia. Come? Pif, in occasione dell’uscita del libro, a proposito di un nuovo finale, ha detto durante le interviste: “Lo devono scrivere i lettori insieme a noi che cediamo i diritti alle sorelle per pagare la cartella esattoriale e per altre iniziative antimafia. Abbiamo tre obiettivi. Il primo è il minimo: pagare la cartella; il secondo è far conoscere questa storia in modo che quando altri giudici, quelli della commissione che delibera lo status di vittime di mafia, dovranno esaminare la richiesta delle Pilliu, non le trattino come una pratica. Infine, il terzo obiettivo è un sogno: ricostruire le casette per dimostrare che la legalità prevale e lo Stato non lascia sole le persone che si ribellano alla prepotenza. “Io posso” è una sorta di mantra a Palermo. Non importa cosa dice la regola, perché tanto “Io posso”. Le regole valgono solo per gli stupidi. “Io posso” sottintende sempre: “E tu no”. Ecco, a noi piace molto questa frase. La gridiamo a gran voce ma con un senso opposto. Io posso e tu no perché io sono lo Stato e tu no.” Semplice, basta sapere da che parte stare!
Autore: Pif e Marco Lillo
Editore: Feltrinelli
Pagine: 336
Anno di prima pubblicazione: 2021
Genere: Saggio
Età lettura consigliata: 18 +
CITAZIONI
“Negli anni Settanta, tre femmine senza alcuna parentela importante decidevano che nessuno poteva metter loro i piedi in testa. In una città difficile come la Palermo dell’epoca, era effettivamente un’eccezione.”
“Paolo Borsellino era umanamente interessato alle sorelle Pilliu. Nulla di strano per chi conosceva bene il giudice. Era normale per lui fermarsi ad ascoltare la povera gente che aveva problemi con la giustizia. Era il suo modo di essere magistrato.”
“Lo Stato alla fine siamo noi. Noi che scriviamo questo libro e voi che lo state leggendo.”
PS