Mario Desiati
SPATRIATI
TRAMA
Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano più. A Claudia però la provincia sta stretta, fugge appena può, prima Londra, poi Milano e infine Berlino, la capitale europea della trasgressione; Francesco resta fermo e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allontanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi. Claudia entra nella vita di Francesco in una mattina di sole, nell’atrio della scuola: è una folgorazione, la nascita di un desiderio tutto nuovo, che è soprattutto desiderio di vita. Cresceranno insieme, bisticciando come l’acqua e il fuoco, divergenti e inquieti. Lei spavalda, capelli rossi e cravatta, sempre in fuga, lui schivo ma bruciato dalla curiosità erotica. Sono due spatriati, irregolari, o semplicemente giovani.
RECENSIONE
Spatriati, dal dialetto di Martina Franca “spatrièt”, emigrati. Ma anche disorientati, inadeguati, sbagliati, mancati. Sono questi Claudia e Francesco, spatriati per cercarsi. Per capire chi si è, per scoprire l’infinita gamma di sé possibili che si possono abbracciare, è necessario lasciare il posto sicuro in cui si è cresciuti per entrare in un mondo ben più grande. Francesco e Claudia: acqua e fuoco, pioggia e fulmini, freddo e caldo. Due personalità che più differenti non potrebbero essere, eppure, allo stesso tempo, intimamente affini; entrambi vengono considerati due irrisolti, inclassificabili, balordi, vagabondi e, probabilmente, dei liberati. Mario Desiati ci aveva già raccontato delle contraddizioni dell’animo umano e delle difficoltà di essere completamente liberi dai condizionamenti del proprio mondo di appartenenza in Ternitti e Il paese delle spose infelici e con questo libro ha vinto il Premio Strega 2022. Spatriati può essere tante cose: un romanzo di formazione, la storia di un’amicizia, un viaggio a tappe verso il Nord (prima Milano, poi Berlino), il ritratto di una generazione di espatriati che mescola l’emigrazione con la ricerca identitaria e con la scoperta di orientamenti sessuali alternativi, ma anche il riconoscimento nostalgico della difficoltà di lasciarsi alle spalle la provincia da cui si è partiti, quel Sud immobilista, ruvido e poetico in cui inizia la vicenda. Nel libro ritroviamo i conflitti, le indecisioni, le andate e i ritorni dei trentenni e dei quarantenni di oggi, una generazione di “giovani” la cui emigrazione, spogliata dell’epica e dall’ambizione di altre emigrazioni, nondimeno è un processo delicato, ambiguo. Per Francesco e per Claudia spatriare significa conquistare spazi di libertà e insieme allentare, senza mai sciogliere del tutto il legame con quei luoghi dai quali “non si può andar via senza graffi”.
Autore: Mario Desiati
Editore: Einaudi
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2021
Genere: Narrativa italiana
Età lettura consigliata: 18 +
CITAZIONI
“A Martina quando vogliono sapere chi sei ti domandano schioccando le dita: “Come ti metti?”; quel metti include discendenza, appartenenza, stato e obiettivi, il modo di stare nello spazio e nel tempo, come ci mettiamo nella vita, col ginocchio piegato, pronti a scappare o a saltare”
“Prima di Claudia, la realtà era quella che ti raccontavano e non quella che vedevo. facevo parte del novero di quelli che si lasciano spingere dagli altri, dagli eventi, dalle prescrizioni, dai pregiudizi. I coniugi Veleno mi spingevano verso una vita senza smottamenti, tranquilla, il minimo necessario per non soffrire. A loro, in fondo, era andata bene così”
“[…] io non respiro qui. Voglio stare dove succedono le cose, e qui non succede niente, non imparo niente”
PS