#68 LA PIAZZA DEI BOOKLOVERS

Marco Amerighi

RANDAGI

TRAMA

A Pisa, in un appartamento zeppo di quadri e strumenti musicali affacciato sulla Torre pendente, Pietro Benati aspetta di scomparire. A quanto dice sua madre, sulla loro famiglia grava una maledizione: prima o poi tutti i Benati maschi tagliano la corda e Pietro – ultimogenito fifone e senza qualità – non farà eccezione. Il primo era stato il nonno, disperso durante la guerra in Etiopia e rimpatriato l’anno dopo con disonore. Il secondo, nel 1988, quello scommettitore incallito del padre, Berto, tornato a casa dopo un mese senza il mignolo della mano destra. Quando uno scandalo travolge la famiglia, Pietro si convince che il suo turno è alle porte. Invece a svanire nel nulla è suo fratello maggiore Tommaso, promessa del calcio, genio della matematica e unico punto di riferimento di Pietro; a cui invece, ancora una volta, non accade un bel niente. Per quanto impegno metta nella carriera musicale, nell’università o con le ragazze, per quanto cambi città e nazione, per quanto cerchi di tagliare i ponti con quel truffatore del padre o quella ipocondriaca della madre, la sua vita resta un indecifrabile susseguirsi di fallimenti e delusioni. Almeno finché non incontra due creature raminghe e confuse come lui: Laurent, un gigolò con il pallino delle nuotate notturne e l’alcol, e Dora, un’appassionata di film horror con un dolore opposto al suo. E, accanto a loro, finalmente Pietro si accende. Con una trama ricca di personaggi sgangherati e commoventi, e una voce in grado di rinnovare linguaggi e stili senza rinunciare al calore della tradizione, “Randagi” è un romanzo sulla giovinezza e su quei fragilissimi legami nati per caso che nascondono il potere di cambiare le nostre vite. Un affresco che restituisce tutta la complessità di una generazione: ferita, delusa e sradicata dal mondo, ma non ancora disposta a darsi per vinta.

RECENSIONE

Randagi è una storia in cui si muovono e finiscono per intrecciarsi diversi personaggi molto diversi tra loro e le loro vicende personali; ognuno di loro è in fondo un po’ irrisolto e alla ricerca di qualcosa o qualcuno, di una spiegazione o di un senso. C’è Pietro, che si sente in trappola e allo stesso tempo per niente degno dello spazio che gli è dato di occupare; ci sono Tommaso e Laurent, che agli occhi degli altri sembrano perfetti, ma che non fanno altro che cacciarsi nei guai o fallire solo per sentirsi di nuovo vivi; c’è Dora, che si mostra forte e sprezzante, eppure non sa come arginare quello spietato senso di colpa che la divora.

Questo libro può essere contemporaneamente considerato un romanzo di formazione, una storia d’amore, un romanzo generazionale nel quale l’autore si è soffermato sul rapporto genitori-figli e sul disagio giovanile contemporaneo. Il lettore non può restare indifferente di fronte al malessere che emerge prepotentemente nel libro e con difficoltà supera l’idea che tra genitori e figli sia possibile tanta distanza e tanta incomprensione.

Per i randagi, nulla può considerarsi acquisito una volta per tutte, ogni strada intrapresa non è quella giusta o quella davvero voluta. I randagi, in un mondo in cui è sempre più difficile trovare un posto, sono costretti a procedere per tentativi, cambiano spesso direzione all’improvviso, tornano sui loro passi e ricominciano.

Pietro Benati rappresenta bene questa inquietudine e questo smarrimento, è in perenne lotta per restare a galla e non commettere gli stessi errori dei suoi familiari. Lo vediamo spostarsi di luogo e cambiare direzione spesso nel corso della sua giovane vita nel tentativo di affermare se stesso, nel desiderio intimo e profondo di definirsi come essere umano al di là del legame di sangue, al di là del passato. Questa è l’essenza della storia di Pietro e di tutti coloro che gli graviteranno intorno, anche dei suoi lettori.

Randagi è un libro scritto in maniera molto semplice ma comunque interessante, leggerlo è piacevole ed intrigante, nonché fonte di riflessione.

Autore: Marco Amerighi
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 400
Anno di prima pubblicazione: 2019
Genere: Romanzo
Età lettura consigliata: 18 +

CITAZIONI

“E pensò, anzi si augurò, era pur sempre l’ultima notte dell’anno, che non fosse lontano il giorno in cui le nuvole all’orizzonte si sarebbero schiuse e allora sarebbe stata soltanto luce.”

“Non hai mai l’impressione che sia tutto scritto e che l’unica cosa che ci resta da fare sia avanzare sui binari che qualcun altro ha costruito per noi?
A me capita così spesso che certe volte non capisco se sono io a vivere la mia vita o qualcun altro.”

Trovava insopportabile l’idea di scomparire. Su un ponte panoramico o tra le braccia di una sconosciuta, in un campo di battaglia o davanti a un motel per commessi viaggiatori, tutti i maschi della sua famiglia, prima o poi, tagliavano la corda; solo lui non riusciva a farsene una ragione. Possibile che nel loro sangue si tramandasse un gene che li obbligava a dileguarsi? “

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