#65 LA PIAZZA DEI BOOKLOVERS

MAIGRET 1

Georges Simenon

Le prime cinque inchieste:

“Pietr il Lettone”, “Il cavallante della Providence”,

“Il defunto signor Gallet”,

“L’impiccato di Saint-Pholien” e “Una testa in gioco”

TRAME

La raccolta recensita in quest’articolo comprende le prime cinque inchieste del Commissario Maigret di Georges Simenon.

Si riportano sinteticamente di seguito le trame dei cinque racconti:

Pietr il Lettone

Alla Sûreté Général di Parigi giunge una serie di telegrammi provenienti dalla Commissione Internazionale di Polizia Criminale, che informano degli spostamenti attraverso l’Europa di Pietr il Lettone, un noto criminale internazionale specializzato in truffe, la cui destinazione è la capitale francese. Il commissario Maigret decide di recarsi alla Gare du Nord per intercettare il ricercato, di cui conosce solo il “ritratto parlato”. Alla stazione, presso il secondo binario, Maigret ritiene di individuare Pietr in un giovane uomo biondo in cappotto verde appena disceso dal treno “Stella del Nord”, proveniente da Bruxelles. L’uomo è accompagnato da tre portabagagli e da un rappresentante di un lussuoso albergo degli Champs-Élysées, l’Hotel Majestic. Tuttavia, quasi contemporaneamente viene ritrovato all’interno del treno il cadavere di un uomo che sembra corrispondere alla descrizione di Pietr. Spetta a Maigret risolvere il mistero…

Il cavallante della “Providence”

Presso la chiusa di Dizy, vicino alla città di Épernay, in una piovosa notte qualche ora prima dell’alba, un cavallante, frugando nella paglia della stalla in cui ha dormito, rinviene il cadavere di una donna strangolata. Il suo aspetto curato e il suo abbigliamento, più adatto a una serata mondana in città, contrastano in modo stridente con il luogo del ritrovamento.

La sera successiva giunge alla chiusa un battello da diporto capitanato da sir Walter Lampson, un colonnello inglese in pensione, che identifica la donna strangolata come sua moglie, Mary Lampson.

Maigret ha un caso difficile da risolvere…

Il defunto signor Gallet

Émile Gallet, domiciliato a Saint-Fargeau, viene trovato morto in una stanza d’albergo a Sancerre, apparentemente assassinato. Maigret si occupa dell’indagine che lo porta a scoprire la doppia vita del defunto: rappresentante di commercio agli occhi della moglie, Aurore Préjean, in realtà vive da anni di espedienti, con il nome di monsieur Clément, estorcendo piccole somme a qualche nostalgico dei Borbone, tra cui il castellano Tiburce de Saint-Hilaire, un agiato nobiluomo di Sancerre. Maigret sospetta di quest’ultimo come del figlio della vittima, Henry. Gallet era però ricattato da qualcuno che era a conoscenza della sua attività di scroccone. E a causa di una salute cagionevole, aveva stipulato un’assicurazione sulla vita a favore della moglie. Maigret sperimenta un nuovo metodo di indagine…

L’impiccato di Saint-Pholien

All’interno di un albergo di Brema, un uomo di nome Louis Jeunet (ma Maigret scoprirà che il suo vero nome è Jean Lecocq d’Arneville), si suicida sparandosi un colpo di pistola in bocca, quasi sotto gli occhi del commissario, che lo stava seguendo con lo stesso treno da Bruxelles. Un certo Joseph Van Damme si presenta all’obitorio, muovendo la curiosità del commissario, al quale, tornato a Parigi, rubano una valigia. L’inchiesta porterà Maigret a Reims, dove la vittima è stata vista di recente con un bancario, Maurice Belloir. Qui Maigret ritrova Van Damme, in compagnia di un fotoincisore, Jef Lombard, e di uno scultore, Gaston Janin, tutti come la vittima originari di Liegi (città natale di Simenon).

Un caso articolato per Maigret…

Una testa in gioco

Maigret decide di credere a Joseph Heurtin, un giovane condannato a morte per l’omicidio di due anziane donne a Saint-Cloud, che si è sempre ostinatamente dichiarato innocente. Il commissario, stanco e non più sicuro delle scelte effettuate durante l’indagine, riesce a convincere i propri superiori a organizzare un’evasione pilotata, perché il giovane lo conduca al vero colpevole. Maigret verrà continuamente sfidato sul terreno dell’astuzia da un antagonista inusuale, il cecoslovacco Jean Radek, personaggio complesso che lo incrocerà per tutta la durata dell’indagine. Il finale è rivelato nel lungo ed esaustivo racconto del commissario al giudice Coméliau.

RENCENSIONE

Georges Simenon è entrato di diritto nel canone della letteratura francese contemporanea grazie soprattutto all’originalità espressa nella sua vasta produzione narrativa e poliziesca. La critica letteraria non è stata mai benevola nei suoi confronti, perché la sua notorietà al grande pubblico è dovuta principalmente alla pubblicazione della serie dedicata al commissario Maigret.

Chiaramente questa recensione non ha l’intento di discutere sulla grandezza di Simenon e sul suo stile letterario. È palese, indipendentemente dal parere soggettivo, che Simenon è diventato nel corso del XX secolo uno degli autori più letti, tradotti e pubblicati in tutto il mondo (i suoi romanzi sono stati pubblicati in più di 40 Paesi).

La raccolta recensita è edita da Adelphi e raccoglie i romanzi che vengono considerati le prime cinque indagini del commissario Maigret. In ognuna di queste Simenon esprime, ad avviso di chi scrive, probabilmente cinque stili differenti di scrittura e di narrazione. Infatti, si passa dall’andatura lenta e profonda, rappresentativa di un flusso di pensiero intenso e introspettivo, ad una scrittura frizzantina e movimentata, dimostrata dalla presenza di numerosi dialoghi tra i personaggi e di cambi di scena continui.

Inoltre, a parere di chi scrive, si nota una differenza sostanziale in ognuno di questi cinque romanzi anche dal punto di vista del metodo di indagine provato e sperimentato da Maigret che è in continua evoluzione e, di racconto in racconto, si sperimenta, accresce e aiuta ad implementare la conoscenza del mondo circostante ed in particolare della natura umana degli assassini protagonisti.

Simenon dimostra chiaramente che il suo personaggio, ed anche i personaggi secondari, sono la costruzione riflessa del suo pensiero che matura e si sperimenta attraverso la scrittura e di conseguenza muta e non è mai simile a se stessa, come l’acqua che scorre nel letto di un fiume. Per tali motivi, è possibile affermare che i cinque romanzi hanno in comune solo pochi elementi essenziali:

il personaggio principale e l’autore.

Il resto è il frutto della creatività e della perfezione di pensiero dell’autore che grazie al suo talento innato riesce a trasportare il lettore in scenari abituali ed inusitati allo stesso tempo. Il lettore ha la sensazione di vivere realisticamente luoghi e città che non ha mai conosciuto personalmente, e soprattutto scopre inconsapevolmente la capacità di indagare insieme al Commissario per la risoluzione dei casi.

Ma ovviamente i casi li può risolvere solo Maigret…

Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi Edizioni
Pagine: 719
Anno di prima pubblicazione: 2019
Genere: Letteratura francese, poliziesco
Età lettura consigliata: 18 +

CITAZIONI

Da “Pietr il Lettone”

 “L’uomo non aveva fretta. Era seguito da tre portabagagli e preceduto dal rappresentante di un grande albergo degli Champs-Elysées che gli apriva ossequiamene la strada. “età apparente 32 anni, statura 1,69… seno dorso nasale…”. Maigret non si agitò. Cercò l’orecchio. E gli fu sufficiente. L’uomo in verde gli passò vicinissimo. Uno dei portabagagli urtò il commissario con una valigia. Nel medesimo istante uno degli addetti al treno si mise a correre, gridando in fretta qualche parola al collega che si trovava in testa al binario, vicino alla catenella che consentiva di sbarrare il passaggio. La catenella fu tirata ed esplosero le proteste. L’uomo con il cappotto verde era già all’ingresso. Il commissario fumava, con piccoli sbuffi affannati.”

Da “Il cavallante della Providence”

“Maigret era grande e grosso all’incirca quanto l’inglese. Al Quai des Orfèvres la sua calma era ormai leggendaria, ma questa volta la flemma del suo interlocutore lo innervosiva. Una flemma che, d’altra parte, sembrava regnare ovunque sullo yatch. Dal marinaio Vladimir fino alla donna che poco prima era stata svegliata in modo così brusco, tutti avevano la stessa aria apatica, assente. Sembrava gente tirata giù dal letto dopo una sbornia colossale. Un particolare fra tanti: mentre si alzava e si guardava attorno in cerca delle sigarette, la donna vide la fotografia che l’inglese aveva posato sul tavolo e che, nel breve tragitto del Café de la Marine allo yacht, si era tutta bagnata.”

Da “Il defunto signor Gallet”

“Maigret guardava appena. Era sicuro di dover tornare in quella stanza e preferiva lasciarsi impregnare dall’atmosfera. Anche lì cerco di immaginarsi emile Gallet seduto nella poltrona girevole davanti alla scrivania, su cui erano posati un calamaio di metallo bianco e un boccia di cristallo che serviva da fermacarte.”

Da “L’impiccato di Saint-Pholien”

“”Ci sono cinque bambini, in questa storia…”. Non furono nemmeno sicuri di aver inteso bene, perché il commissario aveva borbottato quelle parole per sé stesso, fra i denti. E ormai si vedeva solo la sua ampia schiena, il suo cappotto nero con il bavero di velluto che si allontanava.”

Da “Una testa in gioco”

“Sentendo bussa alla porta, il giudice si era messo sulla difensiva e aveva assunto un atteggiamento disinvolto. Ma non ce n’era bisogno. Maigret non si dava delle arie, non era trionfante e neppure ironico. Aveva semplicemente la faccia tirata di un uomo che ha appena ultimato un lavoro lungo e faticoso. “permette che fumi?… Grazie… Fa molto freddo, qui…”. E lanciò uno sguardo malevolo al termosifone, che nel suo ufficio aveva fatto eliminare per sostituirlo con una vecchia stufa di ghisa.”

Bear Krustowsky

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